All'ultimo la Regione Lazio si è tirata indietro, ha tolto il suo patrocinio al Roma Pride che si terrà il prossimo 10 giugno. Non è una notizia inaspettata, ma fa ugualmente riflettere. Fino all'anno scorso la Regione guidata dal centrosinistra aveva sostenuto la manifestazione, ora il neo Governatore della Regione Lazio Francesco Rocca ha deciso di ritirare il patrocinio, rimarrà dunque solo quello del comune, come ha ribadito il sindaco Gualtieri su Twitter. Pare che l'oggetto del contendere (almeno quello ufficiale) sia ancora una volta la gestazione per altri ampiamente osteggiata dall'attuale governo.

revocato il patrocinio della regione al pride di romapinterest icon
Il Pride di Roma 2022
NurPhoto//Getty Images

La giunta regionale ha ribadito in una il proprio "impegno sui diritti civili", ma ha aggiunto che la firma istituzionale della Regione Lazio "non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto". L'ente ha poi spiegato che la revoca del patrocinio al Pride Roma "si è resa necessaria e inevitabile a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell'evento intitolato 'Queeresistenza'". "Tali affermazioni", secondo la Regione, "violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio".

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Nelle ultime ore, del resto, l’associazione Pro Vita aveva criticato la scelta della giunta laziale di confermare il patrocinio per il Pride di Roma. "Ci chiediamo se il centrodestra non sia in preda ad una schizofrenia", aveva commentato il portavoce dell’associazione Pro Vita e Famiglia, Jacopo Coghe, "perché il documento politico del Pride, al quale è stato dato il patrocinio, è chiaro: legalizzazione dell’utero in affitto, matrimonio egualitario, adozioni per coppie dello stesso sesso, trascrizioni anagrafiche per i figli delle coppie gay, identità di genere, progetti gender nelle scuole di ogni ordine e grado, e la carriera alias in tutti gli istituti di istruzione". Dopo il rimprovero dei Pro Vita, la Regione ha prontamente fatto dietrofront. "Siamo ormai alla farsa", ha commentato Mario Colamarino portavoce del Roma Pride,"Pro Vita ordina e la politica esegue". "Con l’ironia che ci contraddistingue", ha poi aggiunto", "ringraziamo Pro Vita per averci offerto un servizio di ufficio stampa gratuito. Grazie a loro siamo certi che sabato 10 giugno alla grande parata che partirà da Piazza della Repubblica alle ore 15.00 ci sarà una folla oceanica che crede nei diritti, nell’uguaglianza e nella laicità".

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