Da lontano appaiono come un'infinita distesa d'acqua sempre uguale a se stessa, eppure negli oceani c'è più vita di quanto potremmo immaginare. Balene, squali, tartarughe, meduse, coralli, anemoni: un patrimonio marino incommensurabile che fino a pochi anni fa pareva inattaccabile dalle attività antropiche e che ora invece rischia di scomparire per l'inquinamento e le conseguenze del cambiamento climatico. Per preservare e tutelare le acque d'alto mare, quelle cioè comunemente definite “acque internazionali”, perché al di fuori della giurisdizione dei singoli Stati – un'area che rappresenta circa il 61% della superficie degli oceani e il 73% del loro volume – l'Onu ha approvato il primo trattato internazionale a protezione delle acque che distano oltre 200 miglia nautiche dalle coste e che per questo esulano dalle giurisdizioni nazionali.

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L’Onu ha approvato il primo trattato internazionale a tutela degli oceani.
Abdurahman A Rumagia / 500px//Getty Images

Che cosa dice il primo trattato internazionale per la protezione delle acque?

Dopo anni di appelli di associazioni e attivisti, questa porzione di acqua che rappresenta il 43% della superficie totale del Pianeta sarà finalmente messa sotto tutela, un passaggio fondamentale per consentire la realizzazione del progetto 30x30 in favore degli oceani. Si tratta di una storica svolta, resa possibile grazie alla straordinaria collaborazione fra Unione europea, Stati Uniti, Gran Bretagna e Cina, che prevede la protezione di un terzo dei mari entro il 2030, come stabilito dall'impegno preso dalla Conferenza dell'Onu sulla biodiversità. In concreto, l'intesa prevede che verranno istituite zone marine protette e che periodicamente si terrà una conferenza delle parti (Cop) per discutere di biodiversità e governance.

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Negli oceani vive il 95% della biosfera.
Art Wolfe//Getty Images

"Una vittoria per il multilateralismo e per gli sforzi globali per contrastare le tendenze distruttive che minacciano la salute degli oceani, oggi e per le generazioni a venire" ha dichiarato alla stampa il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. "È una giornata storica per la conservazione e un segno che in un mondo diviso la protezione della natura e delle persone può trionfare sulla geopolitica", ha aggiunto ad Ansa Laura Meller, di Greenpeace. Se finora non esistevano meccanismi legali per creare aree protette marine (Mpa) nelle acque internazionali contro fenomeni come la pesca intensiva, l'acidificazione delle acque e lo sfruttamento delle risorse marine in settori come la medicina e la cosmetica, con l'avanzare del progresso scientifico è apparsa sempre più importante la tutela degli oceani nella loro interezza. Qui infatti vive il 95% della biosfera, che produce la metà dell'ossigeno che respiriamo e garantisce gran parte dell'assorbimento della Co2 prodotta. Una riserva di vita irrinunciabile, finalmente riconosciuta.

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